Liberation and History.

This essay, originally written on the occasion of the fiftieth anniversary of Indian Independence, outlines a significant picture of the problems faced by the new state in the second half of the twentieth century, that is, the need of preserving the legacy of a glorious past together with the call for the innovation required by the modern world. The debate over the national language (Hindī) to establish, together with the recognition of old languages such as Bengali, Tamil, Marāhī, amongst the others, and the vast circulation of English especially amongst the ruling classes, is examined. At the same time, the literary panorama, with special attention to the literature in English by new Indian generations of writers living abroad, is considered. And so are the new mass media, such as the cinema and the television, whose impact on the new society, together with the old means, such as the radio and newspapers, is weighed up. As for the religious domain, new religious and political movements within Hinduism, like the Āryasamāj and the Hindutva, are taken into account; they originate from the ancient and venerated Vedic tradition, but are also the result of later historical developments, as happens for everything which is created and is transformed within Hinduism. On the other hand, the complementary phenomenon of Hindu universalism, consisting in the dissemination outside India of a spiritual tradition that seemed to be the exclusive prerogative of those who are born Hindus and of their descendants, is taken into account. The new advent of Buddhism, owing to the work of Ambedkar, is also examined; and similarities as well as differences between the teachings of the Buddha and the essentials of Hinduism, variously interpreted by renowned Indologists and charismatic leaders as Gandhi, are analyzed. Finally, a new concept of liberation from the chains of sasāra (the circle of successive deaths and rebirths) is illustrated; that is, the sarvamukti, an ideal of religious liberation practically unknown to the ancient Hindu tradition - this as well a historical product, come to light through the influence of Christianity. In conclusion, a relation between liberation and history which may give us an idea of something that today is typically Indian, the voice both old and new, but most certainly peculiar to India, with which it participates in the world discourse of cultures. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

Questo saggio, scritto originariamente in occasione del Cinquantenario dell'Indipendenza dell'India, delinea un quadro significativo dei vari problemi affrontati dal nuovo Stato nella seconda metà del secolo xx, principalmente dovuti alla necessità di conservare l'eredità di un glorioso passato insieme all'esigenza di adeguare il paese alle istanze del mondo moderno. Si passano così in sintetica rassegna la questione della lingua nazionale (Hindī), da conciliare con le varie lingue di antica tradizione (Bengali, Tamil, Marāhī, tra le altre) e con l'opportunità di mantenere un veicolo linguistico come la lingua inglese, largamente diffusa tra le classi dirigenti dell'India. Si prende, quindi, in esame il panorama letterario, con particolare attenzione alla letteratura in lingua inglese, specialmente dovuta alle generazioni di scrittori appartenenti alle comunità indiane emigrate e stabilite all'estero. Anche i nuovi mezzi di comunicazione, tra cui il cinema e la televisione, che si affiancano a quelli più tradizionali (giornali e radio), vengono considerati quali fattori di grande impatto sulla configurazione della società nuova che si viene formando. Per quanto riguarda la sfera propriamente religiosa, si prendono in esame i nuovi movimenti religiosi e politici all'interno dell'Induismo, come l'Āryasamāj e quello dell'Hindutva, che derivano da una tradizione molto antica e venerata, quale quella della cultura vedica, ma sono anche il risultato di sviluppi storici successivi, come avviene per tutto ciò che si crea e si trasforma all'interno dell'Induismo stesso. D'altra parte, si considera il fenomeno complementare dell'universalismo induista, vale a dire la diffusione, al di fuori dell'India, di una tradizione spirituale che sembrava costituire una prerogativa esclusiva di coloro che fossero nati induisti e dei loro discendenti. Anche la ripresa del Buddhismo, ad opera di Ambedkar viene esaminata; e vengono analizzate analogie e differenze, variamente interpretate da celebri indologi e da leader religiosi come Gandhi, tra la dottrina del Buddha e i princìpi essenziali dell'Induismo. Infine, viene illustrato un nuovo concetto di liberazione dal sasāra (ciclo di nascita-morte-rinascita), come quello di sarvamukti, un ideale di liberazione universale, relativamente estraneo alla tradizione induista antica e, anch'esso, un prodotto storico, venuto alla luce in seguito all'influenza di concetti di origine cristiana. In definitiva, una connessione tra liberazione e storia, che può fornire un'idea di ciò che oggi è tipicamente indiano, l'espressione antica e nuova, ma certamente propria dell'India, con cui essa prende parte nel discorso mondiale delle culture. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

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